MARCO CAVICCHIOLI

 

BANDITEN




regia di Mila Vanzini

con Marco Cavicchioli

musiche di Salvatore Panu                                 

































































































testi: Malga Zonta di Marco Cavicchioli, Sasà  di Ivan Cotroneo,

La ballerina polacca di Carlo Lucarelli, Cavallo pazzo di Andrea Schianchi
Sepolto vivo
di Roberto Alajmo, L’insofferente di Massimo Carlotto
Pipotto
di Laura Pariani, La resistenza della morte di Matteo Bortolotti
Gli scioperi di Reggio Emilia di Paolo Nori, Cuba di Paolo Rossi
L’eroe individuale
di Aldo Nove
produzione Progetti Carpe Diem; L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino

“Banditen  dedicato a coloro che hanno lottato e continuano a lottare per la libertà  intesa nella sua accezione più ampia e perseguita attraverso ogni forma di lotta: pacifica, militante, armata, ideale, surreale, di opinione, satirica, di linguaggio, ironica, disobbediente. Lotta che si scaglia contro regimi, invasioni, finte democrazie, mafie, colonialismi. Banditen  una ballata di partigiani, eroi, vigliacchi, illusi, traditori, santi, testimoni, sicari, banditi. L’atto del resistere, la Resistenza, nello spettacolo accoglie significati più ampi di quelli che siamo soliti attribuire e i punti di vista di undici personaggi, ciascuno con la propria storia da raccontare, contribuiscono a definire un’immagine complessa di questo concetto. Immagine che non si propone di essere esaustiva né ben confezionata, ma che vorrebbe semplicemente offrire un piccolo campione di momenti emblematici nella storia delle lotte per la Libertà  avvenuti nel corso dell’ultimo secolo.”





LA LEZIONE


di Gian Mario Villalta
con MARCO CAVICCHIOLI


La lezione dello scrittore e poeta Gian Mario Villalta con l’interpretazione di Marco Cavicchioli è stato presentato a Reggio Calabria nel febbraio 2008 nell’ambito del progetto “Il teatro a scuola” organizzato dall’Associazione Culturale Officine Jonike delle Arti, per il triennio dei licei di Reggio Calabria,

Lo spettacolo mette in scena una lezione, nell’aula di un liceo odierno. Un’occasione di incontro tra generazioni e linguaggi differenti, in primo luogo; e poi lo spunto per un monologo dell’insegnante, ricco di informazioni, ma anche intriso di tensioni umane, di sfoghi vitali, soprattutto se l’argomento è Giacomo Leopardi, la sua poesia e la sua “infelicità”. Nulla, forse, di più simile ad una situazione teatrale: gli studenti davanti ad un professore. All’insegnante è affidata la responsabilità di catturare l’attenzione, comunicare un “testo” e renderne comprensibili i contenuti.

Gian Mario Villalta, autore di “La lezione”, gioca su quell’ambiguo alternarsi di tensioni – umane e professionali – che caratterizza l’incontro quotidiano di un insegnante con la sua classe.






LO STRANIERO


Lettura scenica da  Lo Straniero di Albert Camus -adattamento di Marco Cavicchioli

Marco Cavicchioli: voce recitante
Irene Elena: chitarra


Il reading proposto è frutto di una scelta espressiva che tiene conto del ritmo dell’opera e della forza evocativa del linguaggio di Camus. Per coinvolgere maggiormente il pubblico verranno utilizzate delle musiche di scena suonate dal vivo dalla chitarrista Irene Elena. La lettura sarà intervallata da momenti colloquiali atti ad approfondire e ad avvicinare maggiormente il testo al pubblico. La durata dell’esecuzione sarà poco più di un’ora.

La volontà di mettersi in gioco, dopo molti anni di teatro, con un testo di Albert Camus nasce dal desiderio di confrontarsi con un importante autore della letteratura francese in grado di descrivere la condizione metafisica dell’uomo partecipando pienamente ai movimenti della società, in grado di descrivere un’umanità ricca di contraddizioni tramite una letteratura classica, senza illusioni, ma in grado di indagare in modo appassionato, ma al contempo riservato, l’animo di uomini a confronto con altri  uomini  e con le regole sociali che permettono loro di vivere l’uno di fianco all’altro.

Quale opera migliore di Lo straniero per poter riflettere sulla difficoltà dell’uomo a vivere fra gli altri uomini comprendendoli e facendosi comprendere?

In un’Europa globalizzata, dove razze, etnie, età, ceti sociali si confrontato giorno dopo giorno incontrandosi in benefici scambi, ma che spesso paura ed incomprensione portano a scontrarsi e a chiudersi in rigidi preconcetti, un testo come Lo straniero non può che far riflettere su come identità singola e società fatichino a trovare un equilibrio, tanto da offuscare e confondere ciò che si presuppone essere normale da ciò che sembra non esserlo.





GERUSALEMME LIBERATA


ideato da Marco Cavicchioli
con MARCO CAVICCHIOLI


L’ idea di riproporre in forma di reading un’opera  come la Gerusalemme liberata nasce dal desiderio di rimettere in discussione il rapporto-scontro tra oriente e occidente in un momento storico in cui la contaminazione fra i due mondi non può che essere irrinunciabile. Al pubblico vengono proposti alcuni tra i brani più significativi dell’opera del Tasso, sia come momento di riflessione   sull’origine del conflitto  cristiano–islamico, sia per ridare vita ad un poema ormai dimenticato.

L’idea di scrivere un’opera sulla prima crociata è mossa in Tasso da due obiettivi di fondo: raccontare la lotta tra pagani e cristiani, di nuovo attuale nella sua epoca, e raccontarla nel solco della tradizione epica-cavalleresca. Sceglie la prima crociata in quanto è un tema non così ignoto al tempo da lasciar pensare che fosse inventata, ma anche adatto all’elaborazione fantastica. Il tema centrale è epico-religioso. Tasso cercherà di intrecciarlo con temi più leggeri, senza però sminuire l’intento serio ed educativo dell’opera.
Goffredo di Buglione è il personaggio principale che raduna i cavalieri cristiani e li guida alla liberazione di Gerusalemme. Il centro dell’opera è l’assedio di Gerusalemme difesa da valorosi cavalieri. Da un lato i principali cavalieri cristiani tra cui Tancredi e Rinaldo, dall’altro il Re Aladino, Argante, Solimano e Clorinda. Una serie di vicende si intrecciano nell’opera caratterizzate dal dualismo tra Bene e Male, e sebbene ci sia anche qui la magia, l’intervento sovraumano è dato da Cielo ed Inferno, angeli e demoni, intrecciate con suggestioni erotico-sensuali.
Il poema ha una struttura lineare, con grandi storie d’amore, spesso tragiche o peccaminose; come se il tema dell’amore sensuale, sebbene contrapposto a quello eroico, fosse necessario e complementare ad esso.
L’amore è la tematica più complessa, vissuta in maniera lacerante; poiché anche se visto come peccato, poi vinto dai valori religiosi, il modo di raccontarlo dimostra che rimane un dissidio non risolto. Così le storie d’amore si caricano di pathos tragico, Tancredi si innamora di Clorinda, guerriera musulmana, ed è condannato dal destino ad ucciderla; Armida si innamora di Rinaldo.

Il reading alterna momenti  narrativi  a momenti di recitazione a braccio durante i quali l’attore conduce lo spettatore dentro la trama del poema cercando di suscitare una nuova passione per un materiale storicizzato.

Attraverso il ritmo della recitazione non si può che rimanere affascinati dal senso e dalla bellezza di un poema ancora in grado di rispecchiare, dopo secoli, le contraddizione della nostra umanità.