IL FUMO DI BIRKENAU

 

dai ricordi di Liana Millu


Regia: Emiliano Bulgaria

Attrice:  Cristiana Raggi


Il fumo di Birkenau è un’intensa testimonianza sul lager femminile e racconta sei storie di compagne di detenzione della scrittrice Liana Millu: toccante esposizione della condizione minimale e disumana che vissero le donne presso il più famigerato lager polacco, divenuto appunto sinonimo di campo di sterminio. Il tormento degli affetti familiari sono il tema dominante del romanzo che la Millu descrive in maniera soggettiva, segnando ineluttabilmente la differenza con la condizione riservata agli uomini: una gravidanza tenuta nascosta, il sacrificio per un figlio rinchiuso nel Quarantänelager, il litigio tra due sorelle che porta una alla prostituzione e l’altra a lasciarsi morire di stenti, l’innamoramento platonico per un comandante tedesco, l’identificazione di un detenuto come marito scomparso, la scelta di diventare amante di un soldato per avere qualche razione di pane in più. Un romanzo verità che lascia trasparire, oltre la triste trama degli avvenimenti, la costrizione della vita delle prigioniere, le cattiverie tra compagne inevitabilmente scatenate dalla miserrima condizione esistenziale ma anche le amicizie nate tra le cuccette o durante i lavori forzati; scaricare sulle altre le pene maggiori così come la condivisione di una patata o la scelta di un nome per il futuro nascituro. La donna è al centro della testimonianza, nel bene e nel male, nella forza e nella debolezza, e lo stile prosaico e scorrevole avvicina il lettore all’esperienza terribile della detenzione. E, al centro di ogni loro giorno, le ciminiere del crematorio, che brucia i corpi e colora il lager di rosso fuoco e lo ricopre di fumo nero, a cui le donne rispondo in cuor loro con la frase che denota la volontà di resistere, di farcela, di non lasciarsi andare, di non morire: “Certamente finirà, per Natale saremo tutte a casa”.